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Lunedì, 14 agosto 2017
Da tempo nella comunità enoica si discute su cosa siano effettivamente i cosiddetti "vini naturali". Produttori, sommelier e appassionati fino ad oggi non sono riusciti a fare sintesi sull'esatta definizione. Vinnatur, associazione che raggruppa oltre 170 viticoltori naturali, e che ha nella sua mission “attività dirette alla coltivazione della vite e alla produzione di vini di qualità, secondo metodi naturali legati al territorio, senza forzature tecnologiche”, nel suo disciplinare prova a tracciarne un profilo preciso. Lo sintetizziamo nei punti più salienti:

In vigna:
  • vietato è l'utilizzo di pesticidi e di chimica;
  • è consentito l'utilizzo di zolfo e rame, la concimazione organica (letame maturo, compost vegetale o misto), le concimazioni “verdi” (sovesci o cover crop), l'uso di prodotti di derivazione naturale come ad esempio estratti vegetali, alghe, propoli, funghi.
In cantina:
  • È ammessa la fermentazione spontanea ad opera di lieviti indigeni, pertanto vietato è l'utilizzo di ogni tipo di lievito selezionato;
  • l'unico additivo/ingrediente ammesso è l'anidride solforosa. Il vino deve avere un quantitativo di anidride solforosa totale non superiore a 50 mg/litro per vini bianchi, frizzanti, spumanti e dolci e non superiore a 30 mg/litro per vini rossi e rosati. L’impegno verso una riduzione dell’impiego dell’anidride solforosa deve essere costante, fino al totale abbandono;
  • vietata è la chiarifica tramite prodotti a base di albumina, caseina, bentonite e carbone vegetale oppure con enzimi pectolitici. La filtrazione è consentita a patto che venga svolta con attrezzature inerti aventi pori non inferiori a 5 micrometri (micron) per vini bianchi e rosati e 10 micrometri (micron) per vini rossi.
Per chi volesse leggere il disciplinare di Vinnatur nella sua interezza, può visionarlo a questo indirizzo: http://www.vinnatur.org/wp-content/uploads/2016/07/Disciplinare-vino-VinNatur-approvato.pdf